Villa Tittoni - Distretto urbano del commercio di Desio
Villa Tittoni

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Villa Tittoni

Alla scoperta della Storia

Le origini sono importanti. Quello che siamo oggi è frutto di un passato che ha segnato lo scorrere del tempo attraverso vicende pubbliche e private che hanno portato all’attuale assetto di Villa Cusani Tittoni Traversi . Le origini della Villa sono davvero antiche, indirettamente risalgono al 1290 quando nel territorio di Desio fu fondato un convento francescano che è stato il primo nucleo edificato nel luogo in cui oggi si trova la Villa. Nel 1651 il marchese Cusani rilevò i beni e consolidò la proprietà immobiliare che fu del convento e creò le basi per il successivo ampliamento in forma di dimora nel “contado”, ovvero di villa in campagna, che fu la “prima” Villa Tittoni.

L’epoca Cusani (1651 – 1817)

La volontà del  marchese Cusani fu quella di edificare una villa con giardino che potesse rappresentare la grande importanza politica ed economica del Casato in quegli anni.  La villa, come si usava in quel periodo tra le famiglie nobili milanesi, fu realizzata come “Villa di delizia”, e cioè residenza di campagna in cui i nobili si ritiravano nei periodi di villeggiatura, dedicandosi allo svago, nel pieno godimento della natura, della conversazione cortese, dell’arte, della musica, della poesia, il tutto all’insegna della raffinatezza e del buon gusto.  Per la realizzazione dell’edificio fu chiamato l’architetto Giuseppe Piermarini che in quegli anni lavorava alla corte milanese degli Asburgo realizzando, tra l’altro, la Villa Reale di Monza e il Teatro alla Scala di Milano. Cusani, ingaggiando l’architetto più famoso dell’epoca, intendeva mostrare la sua vicinanza alla Corte Asburgica e realizzò il complesso monumentale che ancora oggi è la struttura portante della Villa su “modello” della Villa Reale di Monza. A confermare la maestosa ricchezza del luogo, si ricorda che il marchese Cusani ricevette nel 1785 la visita del Re di Napoli e consorte che arrivarono a Desio, come ricordano le cronache d’epoca, con un corteo composto di sette carrozze trainate da sei cavalli e sei carrozze con tiri a quattro cavalli.

La progettazione del giardino all’inglese fu curata da Antonio Villoresi con un ampio sistema idraulico che alimentava un grande lago artificiale, oggi interrato.

L’epoca Traversi (1817 – 1900)

Purtroppo il marchese Cusani accumulò molti debiti, e non solo nella realizzazione della Villa. Nel 1817, la Villa passò quindi nelle mani del suo maggiore creditore, l’avvocato Giovanni Battista Traversi, un esponente dell’alta borghesia milanese. A partire dagli anni Trenta del XIX secolo, la villa sarà oggetto di numerosi interventi per creare un edificio monumentale sempre più ricco, per mostrare l’altissimo prestigio sociale del proprietario. I lavori di trasformazione degli spazi furono effettuati, a partire dal 1834, dall’architetto Pelagio Palagi, il cui stile è decisamente classicheggiante, ma che riesce a riproporre i modelli antichi in forma nuova.
All’interno del giardino (leggi la storia del parco) si trovava anche una torre neogotica edificata dallo stesso architetto, con funzione museale e destinata ad accogliere l’importante collezione di lapidi, sculture ed altri reperti antichi, iniziata dai Cusani e arricchita dai Traversi.

La villa rispecchia perfettamente l’esempio di casa dell’alta borghesia milanese della prima parte dell’800, con ampi spazi destinati al pubblico contrapposti ad ambienti privati privi di particolare pregio. A testimonianza di questa suddivisione, si può facilmente notare ancora oggi un piano terreno per la vita sociale, un primo piano per la famiglia e piani superiori per la servitù.
Attraverso l’intervento del Palagi furono innalzate strutture che circondano la piazza antistante la Villa ed inoltre la ricca cancellata in ghisa ornata da statue di marmo Carrara.
Alla morte del Traversi nel 1854, il nipote Giovanni Antona acquisì la proprietà contribuendo ad ultimare i lavori rimasti incompiuti, fra cui la cappella ad opera di Angelo Mercanti (1860 circa), e a raddoppiare l’estensione del giardino.

L’epoca Tittoni (1900 – 1945)

Alla sua morte, la villa passò al nipote Antonio Tittoni, all’epoca ancora minorenne (1900) e quindi fu suo padre, Tommaso Tittoni, a prendersi cura della Villa commissionando l’ultimo intervento strutturale sulla villa, affidato al noto architetto Luca Beltrami che completò scalone lo monumentale che porta ai piani superiori.  Tommaso Tittoni diventò in seguito deputato al Parlamento e Senatore del Regno d’Italia, diplomatico, Presidente del Consiglio in epoca giolittiana e successivamente Ministro degli Esteri. Con lui la villa ritrovò un periodo di nuovo splendore grazie ai numerosi convegni diplomatici che qui si tennero per volontà del suo nuovo proprietario; furono molteplici le visite dei reali d’Italia e di altri illustri uomini di governo di Paesi Esteri.

Dopo la Prima Guerra Mondiale la struttura ebbe un rapido declino. L’arredo della villa venne disperso e parte dei manufatti del parco e dell’archivio vennero distrutti, fino all’intervento del Comune di Milano che acquistò i pezzi migliori oggi esposti in alcuni dei musei cittadini.

L’epoca moderna (1945 – ad oggi)

Nel dopoguerra fu donata all’Istituto Saveriano per le Missioni Estere di Parma, che adibì l’edificio a seminario per i propri studenti e che contribuì, come ordine missionario, ad aprire da Desio una finestra sul mondo e la conoscenza di popoli e culture africane e asiatiche.

Il Comune di Desio  acquistò nel 1952 ciò che era rimasto del parco della villa, per adibirlo a parco pubblico, e nel 1975 anche la villa che oggi è la sede accoglie la biblioteca comunale e La donazione Scalvini, mostra permanente delle opere dello scultore milanese Giuseppe Scalvini che ha voluto donarle alla Città di Desio. Scalvini fu attivo nella scena artistica milanese già dagli anni ’30. Nel secondo dopoguerra  aderì dapprima al movimento artistico “15 Borgonovo” (dal civico della galleria d’arte cittadina che ne raccolse i fermenti) per poi orientarsi verso un personale percorso, partendo dalle tematiche intimiste e quotidiane del Realismo esistenziale milanese degli anni cinquanta e sessanta.

Guarda le visite guidate disponibili o leggi la storia del parco.

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